Antonio Gramsci a Sparanise, ospite di Corrado Graziadei

Corrado Graziadei

Corrado  Graziadei giunse al Partito Comunista Italiano dalle fila socialiste dove aveva militato fin da giovanissimo prima come segretario cittadino e poi come segretario della federazionegiovanile socialista. La sua iscrizione alla Federazione Giovanile Socialista Italiana risale al 1907, quando aveva appena 14anni. Graziadei era nato l’11 agosto 1893 a Sparanise, patria di Leopoldo Ranucci, divenuto assessore al Comune di Napoli nella giunta del Cln. Ricorda Giuseppe Capobianco nel suo testo “Sulle ali della democrazia” che Terra di Lavoro fu presente al primo congresso regionale socialista del 14 gennaio 1900 con il gruppo di Sparanise che già dai primi anni del socialismo partecipa con il suo contributo rilevante alla costruzione del Partito Nuovo. Ricordiamo che il Partito Socialista era nato durante il Congresso di Reggio Emilia nel 1895. Graziadei rimase nel PSI anche dopo la scissione di Livorno, essendo sulla posizione della corrente di Serrati. Fu nel 1923 che confluì nel Partito Comunista d’Italia, due anni dopo la scissione di Livorno.

Fu in questo periodo decisivo per le sorti del movimento socialista e comunista in Terra di Lavoro che Corrado Graziadei di Sparanise divenne segretario della Federazione di Caserta del PC d’I. Ebbe dal partito l’incarico di accompagnare, nei primi giorni di ottobre del 1924, il fondatore del Partito Comunista d’Italia per un congresso clandestino che doveva tenersi a Castellamare di Stabia. Antonio Gramsci doveva presiedere il Congresso della Federazione Napoletana in un delicato momento storico, dato che pochi mesi prima era stato assassinato Giacomo Matteotti, e le forze di opposizioni discutevano della maniera di reagire al Fascismo. Dopo l’assassinio di Matteotti sembrò che il fascismo stesse per crollare per l’indignazione morale che in quei giorni percorse il Paese, ma non fu così: l’opposizione parlamentare scelse la linea di abbandonare il Parlamento, dando luogo alla cosiddetta Secessione dell’Aventino, in quanto ogni forza politica aveva delle aspettative con i liberali che speravano in un appoggio della corona, i cattolici che erano ostili tanto ai fascisti che ai socialisti e con questi ultimi erano ostili a tutti, comunisti compresi. Gramsci avanzò al «Comitato dei sedici» – il nucleo dirigente dei gruppi aventiniani – la proposta di proclamare lo sciopero generale che però fu respinta; i comunisti uscirono allora dal «Comitato delle opposizioni» aventiniane il quale, secondo Gramsci, non aveva alcuna volontà di agire. Nell’ottobre 1924 Antonio Gramsci avanzava la proposta che l’opposizione aventiniana si costituisse in «Antiparlamento», in modo da segnare nettamente la distanza e svuotare di significato un Parlamento di soli fascisti. In tale contesto storico Graziadei ebbe l’incarico di accompagnare Gramsci nel suo viaggio da Roma a Castellamare.

Corrado Graziadei rimase affascinato dalla figura di Antonio Gramsci, ospitandolo nella sua casa di Sparanise in Terra di Lavoro. L’episodio è ricordato con parole di ammirazione e di nostalgia durante il primo Congresso di ricostruzione del Partito Comunista Italiano nel 1945: “Nella mia vita di militante spesso ho intrecciato fatti ed esperienze che ho fermato nella mente per trarne da essi ammaestramenti e consiglio. Uno, però, più di ogni altro mi ha lasciato il segno, che il tempo non cancellerà mai. Pochi mesi prima che cadesse nelle mani dei suoi carnefici, Antonio Gramsci, che avevo avuto incarico di accompagnare ad un convegno clandestino, fu mio ospite. In quella indimenticabile veglia notturna, il maestro si affacciò al balcone e, respirando ampiamente, mi disse col suoeterno sorriso: Non basta camminare sulla via giusta, occorre che si abbia la capacità di farvi camminare anche gli altri”. “Noi camminiamo sulla via giusta, ma occorre far leva sulla nostra onestà, sulla nostra capacità, sul nostro spirito di sacrificio, per trascinare tutto il popolo su questa stessa via alla conquista dell’avvenire”.

Uomo di sommo disinteresse e probità nella vita politica e in quella professionale, Corrado Graziadei seppe guadagnarsi, anche al di là della cerchia del suo partito, universale stima e rispetto. Che l’incontro con Antonio Gramsci fosse stato per Graziadei un momento di condivisione di grandi idealità e soprattutto di elevata umanità, traspare anche dalle parole di una memorabile  lettera che indirizzò a suo figlio Libero: “: “Nella vita cerca di stare sempre con i più umili e con quelli che soffrono: sarà poco utile ma in quella poesia troverai la più alta ricompensa e ti sentirai ricco per sempre”

Corrado Graziadei
Antonio Gramsci

Bibliografia:

AA.VV Diritti e lotte sociali nel XX secolo. Storie e protagonisti di Terra di Lavoro, a cura di Pasquale Iorio- Editore Guida, 2020