Bartolomeo Scorpio nacque a Pignataro Maggiore il 10 gennaio 1857. Frequentò i primi studi in seminario, prima a Calvi e poi a Capua, ma un giovanissimo Scorpio, già nell’anno di frequenza dell’Ateneo Mazzocchi di S. Maria Capua, aveva fondato il “Consorzio Giovanile Garibaldino” ed era stato fra i fondatori della Società Operaia ” Giuseppe Garibaldi”. A 19 anni aderì al Partito radicale Italiano ed era già redattore dei giornali “Il ribelle”, “La Bandiera” e “Giordano Bruno”.
Quindi quello di Scorpio fu un impegno precoce, un interesse per il notevole e ricco confronto e scontro di idee che però troverà solo a Napoli, quale discepolo di Giovanni Bovio, il suo pieno compimento. Presso la facoltà di Giurisprudenza di Napoli, Scorpio ebbe la possibilità di conoscere Giovanni Bovio e trovarsi coinvolto nel vivo delle agitazioni antimonarchiche promosse dai mazziniani e dai socialisti, in particolare con Luigi Zuppetta, Matteo Renato Imbriani e Antonio Gaetani di Laurenzana. Giovanni Bovio, il leader napoletano della democrazia repubblicana, avrà tanta influenza sui giovani a causa della sua posizione preminente nel nucleo dei repubblicani napoletani, e il giovane Bartolomeo Scorpio sarà uno di questi.
Grazie al fermento di idee democratiche e radicali con cui venne a diretto contatto a Napoli, quindi Bartolomeo Scorpio riuscì nella diffusione del movimento democratico radicale a Pignataro Maggiore e in Terra di Lavoro negli anni compresi tra il 1881 e gli ultimi anni del secolo insieme ad altre personalità, tra cui Antonio Gaetani di Laurenzana, Giuseppe Lonardo e Michele Verzillo, quest’ultimo suo nume tutelare, che sarà deputato eletto a Capua dal 1892. Dal 1881 Bartolomeo Scorpio era diventato uno dei più ardenti sostenitori del movimento irredentista facente capo al “ Comitato per l’ Italia Irredenta” di cui era generale il generale Giuseppe Avezzana. Fu in tale periodo che Scorpio entrò nella massoneria, ove raggiunse il 33° grado, il massimo della gerarchia massonica, dopo aver fondato a Napoli la loggia massonica “ Roma”. In particolare Antonio Gaetani di Laurenzana e Bartolomeo Scorpio furono i primi a stabilire contatti con gli ambienti democratici napoletani in vista delle elezioni del 1882 a suffragio allargato in cui le forze radical-democratiche uscirono decisamente rafforzate. A Caserta furono pubblicati i primi numeri del giornale “ La Civetta”, primo organo di informazione dei democratici radicali, che prenderà successivamente il nome di “Spartaco” allorché Scorpio ne diverrà direttore. A questo germoglio di idee nuove Bartolomeo Scorpio partecipò in maniera rilevante, diventando un esponente non solo provinciale, ma regionale.
Il 13 aprile 1882, nel cortile di Palazzo Scorpio di Pignataro Maggiore si radunò una folla di circa 500 persone per l’inaugurazione della Società Operaia “ Libertà e Lavoro”, di cui Scorpio fu nominato presidente. La Società operaia” Libertà e Lavoro” raggiunse ben presto quasi mille soci tra tutte le categorie dei lavoratori manuali del paese. La Costituzione di “Libertà e Lavoro” fu approvata il 13 aprile 1882, ma pubblicata il 2 giugno, anniversario della morte di Garibaldi. Fu un momento storico rilevante per una realtà quale Pignataro Maggiore. La popolazione censita nel 1881 era di 4114 abitanti. “Libertà e Lavoro” fu in grado di direttamente almeno un quinto, e, se si pensa alle famiglie dei soci, almeno la metà. Era impensabile fino a qualche anno prima che il popolo di Pignataro potesse partecipare in maniera consistente alla grande manifestazione per il suffragio universale, tenuta a Capua nel 1883, e soprattutto prendere parte con una propria rappresentanza alla solenne commemorazione di Giordano Bruno nell’anno 1887. Con delibera dell’ 8 settembre 1882, Bartolomeo Scorpio, presidente della Società Operaia di Pignataro Maggiore, gettava le basi della costituzione del Consolato Operaio Campano, mirante a legare in un patto di fratellanza tutte le Società Operaie di Terra di Lavoro. Un altro strumento importante per la conquista dell’amministrazione municipale, a cui Bartolomeo Scorpio tendeva da tempo, fu la costituzione della ” Banca popolare cooperativa Previdenza e Risparmio.” Nel 1887 Scorpio diventava sindaco di Pignataro Maggiore, facendosi notare quale amministratore onesto, ma l’opposizione fu determinatissima. Il gruppo conservatore comprendeva la gravità per cambiamenti che avrebbero messo in crisi il consolidatissimo sistema di potere. L’evento che comunque pose fine all’amministrazione progressista di Pignataro fu l’attentato della sera del 11 settembre 1988, un tentato omicidio che avrebbe costituito la premessa per il suo ritiro dalla vita pubblica a Pignataro Maggiore. Quando fu colpito da diversi colpi di fucili, un attentato che fortunatamente andò a vuoto, Bartolomeo Scorpio era con la moglie e un figlio. Nel breve periodo di tempo in cui Bartolomeo Scorpio era stato Sindaco di Pignataro Maggiore aveva ricoperto l’incarico con onestà in un ambiente a lui ostile, anche per il forte tentativo del clero locale di screditarlo. L’impegno successivo di Scorpio si inserisce nel contesto politico di evoluzione del percorso del movimento radicale in Terra di Lavoro. Seguirà Michele Verzillo, che era stato eletto deputato per la prima volta nel 1892 nel collegio di Capua, e, in tale periodo, Scorpio ebbe incarichi quale membro della Giunta Provinciale Amministrativa, direttore degli uffici dell’Amministrazione provinciale e Commissario prefettizio in comuni diversi della provincia. Dal 1892 in poi la democrazia radicale attraversò gradualmente una crisi politica e ideale con divisioni all’interno. Michele Verzillo, eletto nel corso della XVI, XVII e più tardi della XXI legislatura del Regno d’Italia, abbandonò in maniera definitiva la Democrazia radicale. Anche Antonio Gaetani di Laurenzana si allontanò, come Verzillo, dai radicali, per entrare nel Partito Repubblicano. Un’epoca stava terminando e lo stesso Scorpio non era più il personaggio di un tempo. Era considerato il “factotum” di Michele Verzillo, con un ruolo da comprimario che per lui si mostrava poco gratificante. Negli ultimi anni di vita si presentarono altresì problemi di salute, in quanto era spesso ammalato, e si ritirò a Pignataro Maggiore nella casa del padre Giuseppe, lasciando l’abitazione che aveva anche a Caserta. Bartolomeo Scorpio, uno dei protagonisti della democrazia radicale dell’Ottocento, si spegneva a Pignataro Maggiore nel 1923 all’età di 77 anni.
Bibliografia:
Giovanni Spadolini-I radicali dell’Ottocento( da Garibaldia Cavallotti)-Le Monnier, Firenze 1960
Aldo Di Biasio-La questione meridionale in Terra di Lavoro 1800-1900-Edi-Sud, Napoli 1976
Giuseppe Civile-Il comune rustico-Il Mulino, 1990