Cenni storici su Pastorano Scritto il 9 Dicembre 202210 Dicembre 2022 Facebook Twitter Pinterest Anche Nicola Marauta, nel testo recente sulla storia di Pastorano, scrive che tale villaggio , come d’altronde si mostra veritiero per gli altri comuni dell’attuale agro caleno, fu fondato da un primo nucleo di caleni intorno all’anno Mille, nel periodo in cui gli abitanti di Cales e dell’Antica Capua si allontanarono dalle città per sfuggire ai pericoli delle invasioni barbariche .Colui che ha esplicitato, nella storiografia degli anni recenti, con parole più sentite, il momento storico in cui gli ex abitanti di Cales erano costretti a lasciare la loro città per disperdersi in quelli che sarebbero stati i paesi della stessa Calvi, Pignataro e Pastorano è stato Giuseppe Carcaiso, allorché scrive: “In questa epoca, quindi, la città non cessò di esistere. Peraltro grosse alterazioni si dovettero verificare sia nel suo assetto urbano che nella sua consistenza demografica. E’ lecito ritenere, infatti, che sotto l’incalzare delle invasioni barbariche la maggior parte dei suoi abitanti fu costretta ad abbandonarla. Chi poteva permetterselo emigrò verso regioni più sicure; i più poveri si rifugiarono, invece, sul monte Maggiore e sulle colline circostanti. Infine, quelli che comunque rimasero, si arroccarono alla meglio tra l’Anfiteatro e la vecchia Acropoli, badando bene a tenersi lontani dalla parte più bassa della città che, essendo interamente interessata dalla via Latina, costituiva un percorso obbligato per le orde barbariche e le numerose bande di predoni continuamente in transito tra Lazio e Campania”.La popolazione, che nel 1583 consisteva di 256 abitanti, crebbe gradualmente nel corso dei secoli, per cui Pastorano contava 410 abitanti nel Settecento e ben 1232 nel 1826, anno in cui tale numero era così tripartito: Pastorano 604 e le frazioni di Pantuliano e S. Secondino rispettivamente 412 e 216.Riguardo al periodo successivo della storia di Pastorano, le notizie ci vengono comunicate soprattutto da Giovanni Penna, specificamente fino ai primi decenni dell’Ottocento. Infatti il canonico pignatarese, nel suo testo del 1833, non si limita a scrivere solo del suo paese natìo ma anche del circondario, con uno sguardo rivolto al miglioramento, come è esplicitato nel titolo ” Stato antico e moderno del circondario di Pignataro e suo miglioramento”.