Nel 1964 la Confraternita di S. Giorgio Martire, avendo deciso di costruire una nuova serie di loculi, acquistò del suolo fuori del recinto del cimitero di Pignataro Maggiore. Si rendeva necessario, però, realizzare una nuova entrata per l’accesso a tali nuovi loculi, per cui si pensò di procedere all’acquisto della prima fila dei loculi del Comune, con l’intento di demolirla e sistemare altrove i sepolti, in accordo con le famiglie. Fu allora che si constatò che i resti mortali del “ primo loculo partendo da terra” erano occupati da un defunto ignoto, senza che vi fosse alcun pur indizio di iscrizione, che potesse far risalire all’identità. Il tempo aveva consumato ogni traccia, per cui ci si pose il problema di come regolarsi al riguardo. Le ricerche sull’identità dello sconosciuto non avevano avuto alcun esito, per cui si decise infine di collocare quei resti in una cassetta separata dell’ossario comune.
Don Salvatore Palumbo, arciprete di Pignataro Maggiore, cita quali testimoni i dirigenti della Confraternita con il priore Giuseppe Giuliano, il custode del cimitero Raffaele Montanaro e il vigile sanitario Giorgio Borrelli.
Le ricerche di Don Salvatore Palumbo ebbero un primo importante riscontro positivo allorché, nel febbraio dell’ anno 1971, si recò, accompagnato dal professore Don Antonio D’angelo, dal vecchio ed insigne magistrato Comm. Alfonso Borrelli, il quale conservava ancora una viva memoria. L’arciprete di Pignataro Maggiore aveva avuto un’intuizione, per cui chiese al magistrato Borrelli cosa ricordasse del soggiorno pignatarese del pittore e patriota sessano Luigi Toro, il quale era deceduto il 5 aprile 1900 nell’abitazione dello storico e studioso Nicola Borrelli.
Il comm. Alfonso Borrelli, pur dichiarando di non aver avuto alcun rapporto con Nicola Borrelli, ricordava però dove si trovava la tomba di Luigi Toro, dato che quel cognome sconosciuto in paese aveva attirato la sua attenzione mentre visitava il cimitero di Pignataro. In effetti, la tomba del pittore era proprio “ nella prima fila della serie di quelli del Comune che sta in settentrione, a sinistra di chi entra nel cimitero”.
Don Salvatore Palumbo rileva nella testimonianza, scritta per la rivista “ Il Pino” nell’anno 1973, che pertanto, dato che “si sanno i sepolti nella prima fila di loculi, e ancora oggi si possono fare i loro nomi”, per esclusione quei resti mortali sconosciuti appartenevano a Luigi Toro.
L’arciprete si pone anche la questione dell’abbandono della tomba, evidenziando che la cura di tale tomba rimaneva solo nell’ambito della famiglia di Nicola Borrelli, se non al solo storico e studioso e ricercatore Nicola Borrelli, discepolo di Luigi Toro. Quando la famiglia di Nicola Borrelli vendette il loro palazzo di Pignataro per ritirarsi definitivamente nell’anno 1932 a Piedimonte di Sessa, la tomba non poteva che rimanere progressivamente abbandonata.
I resti mortali di Luigi Toro furono traslati da Pignataro Maggiore a Lauro di Sessa, suo paese natale, il 12 maggio 1973.
Riferimento bibliografico:
-Don Salvatore Palumbo- “La tomba di Luigi Toro a Pignataro Maggiore”- Associazione Culturale “ Il Pino”- Anno II, n. 7 di maggio-giugno 1973