Edoardo Scarfoglio e “il Mattino” di Napoli

Tra la seconda metà del XIX secolo e l’inizio del secolo successivo  i maggiori giornali italiani assunsero la funzione di veri e propri organi di stampa locali-nazionali. Furono fondati il “Corriere della Sera” a Milano, la “Stampa” a Torino, “Il Messaggero” a Roma, il “Secolo XIX” a Genova, “La Nazione” a Firenze, “Il Resto del Carlino” a Bologna e “Il Mattino” a Napoli. Giuseppe Galasso evidenzia che ” Napoli era stata tra le più precoci e più vivaci capitali del nuovo giornalismo italiano. Ne esportò, anzi, in maniera non trascurabile, poiché rimane tra i vanti del giornalismo napoletano che fosse il napoletano Torelli Voillier a fondare nel 1876 addirittura il Corriere della Sera”. Inoltre il primo numero del ” Roma” di Napoli reca la data del 22 agosto 1862 e per decenni esso costituirà la voce dei garibaldini e dei mazziniani.

Quando il primo numero de “Il Mattino”, il 16 marzo 1892, sarà presente nelle edicole, a Napoli si contano ben dieci quotidiani che vendono oltre settantamila copie, e ciascun giornale si identificherà con una personalità di rilievo della città di Napoli.

In relazione a ” Il Mattino” emerse Edoardo Scarfoglio, il quale aveva già alle spalle un passato a di esperienza giornalistica. Infatti, nei quattro anni precedenti alla fondazione de “Il Mattino”  Scarfoglio era stato collaboratore del “Corriere di Napoli” e socio di Matteo Schilizzi, che ne era stato il fondatore nel 1888.

Nel 1892 Edoardo Scarfoglio, fondando “Il Mattino, si separò da Schilizzi, sentendo la necessità di avere un giornale proprio, che si identificasse con la sua personalità. Così, nella presentazione del giornale dichiarava apertamente di non aver affatto bisogno di delineare programmi, facendo leva sulla notorietà che già aveva presso i napoletani.

A ciò seguiva  la dichiarazione di voler dare al “Mattino” una caratterizzazione politica liberaldemocratica, proponendosi quale giornale moderato. Inoltre rendeva esplicito l’intento  di fondare un giornale, la cui voce da Napoli si spandesse per tutta l’Italia, realizzando un elemento di cultura e di civiltà per le province e un campione dei diritti meridionali davanti al resto della patria.

Un appoggio di primissima qualità sarebbe venuto da sua moglie, Matilde Serao, senza temere che la di lei figura potesse adombrarlo. Pertanto i coniugi Scarfoglio vinsero la loro scommessa e in pochi anni “ Il Mattino” divenne un giornale di indiscutibile successo.

Quando, nel 1903, Matilde Serao decise di lasciare il giornale, questo assunse – come scrive Giuseppe Galasso quel carattere denominato “scarfoglismo”, ossia “un misto difficilmente definibile di romanticismo, dannunzianesimo, imperialismo, autoritarismo, municipalismo, tradizionalismo. Tuttavia “l’impresa” giornalistica di Scarfoglio fu rilevante in virtù della consapevolezza che stampa e giornali fossero istituzioni e momenti fondamentali di una società moderna.

Giuseppe Galasso ricorda che ” non è certo per caso” che uno storico, pur non benevole nei confronti di Edoardo Scarfoglio, dovrà riconoscere che “Il Mattino” si sarebbe mostrato inflessibile difensore della libertà di stampa nell’anno della fondazione come nel 1924.

Bibliografia:
Giuseppe Galasso, Il Mattino” nella storia del giornalismo italiano, in “ L’ Italia Nuova vol. III- Firenze, 1986.