Giuseppe De Muzio di Pignataro, patriota “ medaglia d’argento al valore”

Scorrendo l’elenco dei rivoluzionari che erano al fianco di Carlo Pisacane negli scontri, iniziati il 29 giugno 1857, ritroviamo Giuseppe De Muzio di Pignataro in Terra di Lavoro, che sarebbe diventata provincia di Caserta nel 1945. Nello scontro in cui trovarono la morte Carlo Pisacane e altri 26 patrioti l’avanguardia era costituita da Pisacane, Nicotera, Falcone e un gruppo partito da Genova. I primi rivoluzionari che caddero furono Pisacane, Falcone, Luigi Barbieri da Lerici, Federico Foschini da Lugo, Domenico Rolla da Lerici, Luigi Conti da Faenza, Lorenzo Gianoni da Lerici, Giovanni Sala da Milano e Filippo Facella.
Vi era un altro gruppo di patrioti , sempre appartenente a quelli partiti da Genova, i cui componenti restarono feriti : Giuseppe Gagliani da Lerici, Giuseppe Paelli da Parma, Cesare Achille Perucci da Ancona, Pietro Rusconi da Treviglio, Francesco Meduscé da Lerici, Carlo Rota da Livorno, Giuseppe Sant’Andrea da Bologna.
Altri si arresero e tra essi annoveriamo Carmine Sorgente da Napoli, Paolo Esposito di Avellino, Nicola Nicoletti di Santo Stefano( Cosenza), Giuseppe Roma da Lecce, Giuseppe De Felice da Cosenza, Antonio Romano da Atena Lucana, Giuseppe Olivieri da Amatrice( Aquila), Fortunato Flora da Napoli, Giuseppe De Muzio da Pignataro ( Terra di Lavoro), Giuseppe Crispi da Napoli, Luigi Lazzaro da Policastro, Giuseppe Muscetta da Avellino, Antonio Santoro da Avellino, Rosario Villari da Reggio Calabria, Luigi Smimmero da Pollena, Vincenzo Martino da Santo Stefano di Cosenza, Francesco Romano da Napoli, Orazio Ferri da Sora, Francesco Favuzzi da Bisceglie, Orazio Saccoccia da Lecce, Vincenzo Agresti di Reggio Calabria, Angelo Quaranta da Palomonte di Salerno, Antonio Venturino da Napoli e Pasquale Maroncelli, Gaetano Liliano e Giacomo Copertino di cui non si conosce la provenienza.
In merito alla carneficina subita dagli uomini di Carlo Pisacane sono da annoverare ventisette vittime, secondo la commissione nominata per la “ numerazione e la bruciatura dei cadaveri”, anche se Nicotera, nell’interrogatorio del 9 luglio al procuratore generale Francesco Pacifico rivela che “ fu così che furono estinti più di ottanta de’ nostri, fra i quali Pisacane e Falcone.”
Evidentemente Nicotera si riferiva alla somma delle vittime di Sanza e di Padula. Il nome di Giuseppe De Muzio è riportato nel testo di Felice Fusco ” Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri”.

Nicola Borrelli nelle sue “ Memorie Storiche di Pignataro Maggiore” ci comunica che Giuseppe De Muzio in seguito continuò la sua lotta per la libertà e l’indipendenza, subendo “ condanne politiche e fu perseguitato e seviziato” per le sue idee. Prese anche parte a “tutta la campagna garibaldina”, meritandosi una medaglia d’argento al valore” Inoltre evidenzia che “ come tutti i patrioti del suo tempo, morì abbandonato e povero”. Infatti, quale attestato  delle sue condizioni economiche negli ultimi anni vi è una lettera che lo stesso Borrelli  inviava al  prozio, avvocato Girolamo Borrelli, per aiutare economicamente Giuseppe De Muzio. Infine, come riferisce ancora Nicola Borreli, il patriota De Muzio “ vedovo, lasciò, morendo in miseria, un figlio in tenera età, che il padre di chi scrive queste Memorie fece ricoverare nell’Istituto Artistico di S. Lorenzo in Aversa”.

Bibliografia:

Felice Fusco- Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri- Galzerano Editore, 2007

Nicola Borrelli- Memorie storiche di Pignataro Maggiore- 1940