
Le civiltà del passato possiedono leggende, miti per rimarcare la grandezza delle origini. Lo fu per Roma, per Cartagine, per altre grandi città, e lo stesso accadde per Cales. Tra le varie testimonianze letterarie e storiche, relative all’antica città degli Ausoni, si annovera anche quella che è tramandata da Tiberius Catius Asconius Silius Italicus ( 25 circa d.C – Campania, 101), console, oratore e poeta epico romano, concernente specificamente la mitica fondazione di Cales.
Nel libro VIII del poema “Punica”, Silio Italico, nel fare un minuzioso elenco dei popoli italici che combatterono contro Annibale in qualità di alleati dei Romani, menziona anche i soldati sidicini e di Cales scrivendo:
Nec cedit studio Sidicinus sanguine miles,
quem genuere Cales: non parvus conditor urbi,
ut fama est, Calais, Boreae quem rapta per auras
Orithyia vago Geticis nutrivit in antris.
Quindi, l’autore riporta che “né passa con fervore il sangue dei soldati sidicini, che provenivano da Cales: non ignorato fondatore della città, uomo famoso è Calais, che Orizia, rapita in aria dal mutevole Borea, aveva nutrito negli antri dei Geti.”
Quindi, nella versione mitologica del poeta latino, fondatore di Cales fu Calais, figlio alato del dio Borea e di Orizia. Calais, (conosciuto anche con le varianti di Calaide e Calai), fu uno dei mitici eroi che partecipò alla spedizione degli Argonauti.
Nella mitologia latina il dio Borea amava Orizia, figlia di Eretteo re di Atene, e più volte aveva chiesto la sua mano, ma Eretteo l’aveva tenuto a bada con vane promesse. Un giorno, mentre la giovane danzava sui prati nei pressi del fiume Ilisso, il dio l’avvolse in una nuvola e se la portò via su un picco roccioso presso il fiume Ergine, dove le usò violenza.
Altri sostengono, invece, che Orizia reggeva un cesto di primizie durante l’annuale processione delle Tesmoforie, che si svolgeva lungo le pendici dell’Acropoli, su fino al tempio di Atena Poliade, allorché Borea l’avvolse nelle sue fulve ali e se la portò via, senza essere visto dalla folla raccolta lì attorno. La condusse nella città di Ciconi in Tracia dove Orizia divenne sua moglie e gli generò due gemelli, Calais e Zete.
Ovviamente ci si relaziona a quelle rievocazioni fantastiche finalizzate a rappresentare epicamente le origini delle grandi civiltà del passato. Tuttavia è da rimarcare che anche Cales abbia, al pari di Roma, di Cartagine e delle altri grandi città della storia, un proprio mito, una “ visione fantastica” come la definisce Giuseppe Carcaiso, che la colloca nel novero della grande e affascinante mitologia classica.
Bibliografia:
Giuseppe E. Carcaiso- Storia dell’Antica Cales- Quaderni di storia ed arte campana- Museo Provinciale Campano Editore, 1980