La Contea normanna di Caserta

Sulle origini di Casertavecchia le prime notizie storiche  sono fornite da un prezioso scritto del monaco benedettino Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum, il quale scrive che  già nell’anno 861 d.C. era presente un nucleo urbano denominato Casa Hirta (dal latino: “villaggio posto in alto e di difficile accesso”).  Il Borgo era pertanto originariamente  un dominio longobardo, e specificamente  nell’879 apparteneva  al Conte Pandulfo di Capua. Quindi, facendo riferimento ad Erchemperto, si è riconosciuto storicamente che,   intorno all’860, Caserta doveva aver raggiunto una certa importanza demografica, con l’inizio della formazione di un piccolo centro urbano a Casertavecchia. Si trattava di una circoscrizione di natura amministrativa, compresa all’interno del principato longobardo di Capua. Nel secolo IX la popolazione ebbe un notevole aumento, in quanto eventi bellici vari, tra cui le incursioni saracene e le devastazioni perpetrate a Capua,  determinavano lo stabilirsi in località più sicure, situate in zone montagnose. Notizie storiche decisamente più rilevanti si hanno a partire dal 1062, allorché il Borgo di  Casertavecchia fu occupato da Riccardo I di Aversa, il quale dava  inizio alla dominazione  normanna, la cui massima testimonianza  è costituita dalla  costruzione dell’ attuale Duomo sotto l’episcopato di Rainulfo, e la sua consacrazione nell’anno 1153 al culto di San Michele Arcangelo. La nascita del feudalesimo nell’Italia meridionale, in seguito all’occupazione normanna, comportò il sorgere di un nuovo concetto di Contea, in quanto non si intese più una circoscrizione amministrativa, ma un insieme di terrae feudali non necessariamente contigue fra loro, disposte sul territorio “a macchia di leopardo”.

La Contea normanna di Caserta fu istituita, tuttavia,  dopo il 1150, ed è fuor di dubbio che nel 1150, anno della prima redazione del Catalogus Baronum, non esistesse. La costituzione di una  vera e propria  Contea fu  opera di re Ruggiero II, che vi nominò conte Roberto de Lauro, della famiglia Sanseverino, che divenne il primo conte di Caserta, in un anno, comunque, anteriore al 1159, allorché Roberto de Lauro è citato per la prima volta quale conte di Caserta. Secondo la ricerca di storica di Giuseppe Tescione, è da inficiare un documento del 1092  in cui compare un Goffredo comes de Caserta. La notizia costituisce un geniale falso settecentesco operato da un erudito, Francesco Maria Pratilli. In realtà il primo conte normanno di Caserta fu Roberto di Sanseverino, signore di Lauro, che parteggiò sempre per re Ruggero II e per i suoi successori.

Il capostipite della stirpe dei  Sanseverino era stato Troisio, conosciuto anche come Torgisio o Turcisio, giunto a Salerno nel 1045 al seguito di Roberto il Guiscardo. A Troisio, che morì nel 1081, successe il figlio primogenito Ruggero, il quale aveva preso il nome di Sanseverino dal nome del castello dove era nato. Ruggero era Signore non solo di Sanseverino, ma anche di Montoro, Lauro, Forino, Striano, Castel San Giorgio, come di alcuni altri feudi nei dintorni di Aversa. Il possesso dei feudi consolidava la sua presenza nella prima contea normanna del meridione d’Italia, considerata a quel tempo un particolare segno distintivo di nobiltà. Quindi il primo conte di Caserta, Roberto de Lauro, vantava  avi illustri che avevano partecipato a momenti determinanti della storia dei normanni nel Meridione d’Italia, in relazione alle guerre dinastiche. Roberto de Lauro morì il 31 agosto del 1183 e la Contea normanna di Caserta passò a suo figlio Guglielmo che dal 1183 al 1199 partecipò attivamente alle vicende per la successione nel regno di Sicilia. Bisogna aggiungere che, mentre la Contea fu ereditata da Guglielmo, i beni di Roberto de Lauro furono ereditati, secondo un documento del 1240, ad usus longobardorum tra lo stesso Guglielmo e suo fratello Ruggiero, conte di Tricarico. Guglielmo de Lauro dimostrò di saper conservare il suo ruolo di comes quando turbinosi avvenimenti sconvolsero la vita del regno, dopo la morte di re Guglielmo II d’Altavilla, e durante la guerra tra Tancredi e Enrico VI. A Guglielmo successe nel 1199 il figlio Roberto, terzo conte normanno di Caserta che sposò Adelagia e resse la Contea per circa quindici anni. Nel 1216 fu il figlio Tommaso De Lauro il quarto comes normanno di Caserta, fino a quando, nel 1223, fu arrestato da Federico II di Svevia, e costretto, l’anno successivo, ad abbandonare il regno da esule. Da allora la Contea di Caserta fu sospesa per essere successivamente concessa nel 1231 al conte Riccardo, orfano del padre Tommaso, e sotto la tutela della madre Siffridina, la “suddita fedelissima”. Il conte Riccardo sposò Violante, figlia dell’imperatore Federico II di Svevia e di Bianca Lancia.
Le nozze avvennero presso Castel del Monte nel 1246. Nello stesso anno ci fu la congiura di Capaccio con la quale il partito del Papa cercò di eliminare l’imperatore Federico, che si salvò grazie proprio all’intervento decisivo del conte di Caserta. Dopo la morte di Federico II nel 1250, Riccardo passò alla storia per la sua politica di grande “banderuola”, schierandosi dapprima dalla parte del papa Innocenzo IV, poi dell’imperatore Corrado, poi di ritorno con il pontefice Alessandro IV, ed infine con il cognato Manfredi, che successivamente tradì nella decisiva battaglia di Benevento del 1266. Non comparendo nella documentazionedel maggio 1267, si è conseguentemente dedotto la sua morte. Gli successe nel possesso della Contea di Caserta il figlio Corradello, ma soltanto per pochi mesi. Infatti, schieratosi con Corradino di Svevia, fu coinvolto nella tragica fine dell’ultimo esponente della casa degli Hohenstaufen.

Intanto, la fine della dinastia normanna e la nascita di quella avevano significato, anche per le Contee, l’acquisto di una nuova e ben diversa fisionomia politico-istituzionale. La Contea in epoca sveva continuò ad essere un beneficio di natura feudale, costituito da una serie di feudi, ma perse ogni importanza e significato di natura militare, riducendosi  ad un semplice possesso di titolo onorifico, seppur ragguardevole, all’interno della gerarchia feudale. Nel 1269 il re Carlo d’Angiò, dopo aver concesso la Contea di Caserta a Guglielmo di Belmonte, grande ammiraglio del Regno, provvide a smembrarla ed assegnare i feudi che la costituivano a vari personaggi. Solo il 10 febbraio 1295, dopo 26 anni, il re Carlo II avrebbe ricostituito l’antica Contea per concederla a Roffredo Caetani, fratello del pontefice Bonifacio VIII. Gli successe suo figlio Pietro fino al 1305, quando fu costretto a vendere la stessa città e il titolo comitale ad un importante personaggio della corte angioina, Bartolomeo Siginulfo. Cinque anni dopo costui fu bandito dal regno  e la Contea di Caserta fu assegnata a Diego Della Ratta, un catalano giunto a Napoli per accompagnare Violante, sposa di Roberto d’Angiò. I Della Ratta tennero la Contea per circa due secoli. Alla morte di Caterina Della Ratta nel 1511, la Contea passò alla pronipote Anna, sposa di Giulio Antonio Acquaviva, la quale con il consorte abbandonò Casertavecchia, preferendo quale residenza feudale il villaggio Torre, in territorio pianeggiante

Bibliografia:

Giuseppe Tescione, Caserta medevale e i suoi conti e signori, Caserta, 1990

Gian Paolo Spinelli, Il Meridione d’Italia nel periodo normanno. I Conti normanni di Caserta, Spring Edizioni, 2003

Gian Paolo Spinelli, I Della Ratta conti di Caserta, Spring Edizioni, 2003