La pergamena del 1126 sui casali di Pignataro e Partignano

Una ricerca completa su Calvi e i suoi casali è stata compiuta dallo studioso caleno Lorenzo Izzo.

In relazione a Pignataro e Partignano, che erano casali autonomi, Il primo documento che fa riferimento alle loro origini, nel senso dell’esistenza di tali caseggiati, è un documento stilato nel 1126 a Capua con il quale il principe Giordano II dona ben 82 “ pezze” di terra al monastero di San Giovanni in Capua. Tale pergamena è riportata nel testo “ Le pergamene di Capua “, primo di due volumi di Jole Mazzoleni, pubblicato nel 1957.

La pergamena del 1126, che nomina esplicitamente prope locum qui dicitur Pignarii “ e “in loco Partignanu“,  si mostra rilevante in quanto si ha per la prima volta notizia di tali agglomerati rurali sorti nell’agro caleno, in quanto sia il canonico Giovanni Penna che Nicola Borrelli ci indicano quale prima pergamena, facente riferimento a Pignataro, quella dell’anno 1268.

E’ pur vero che il Borrelli, nel trattare della pergamena rinvenuta a Capua nel 1268, ipotizza già la presenza di un ” villaggio avente origine da poche abitazioni rurali, e forse da qualche casolare”,  mentre ” prope locum qui dicitur Pignarii“ e “in loco Partignanu“, citati nella pergamena nel 1126, indicano un luogo. Per tale motivo si deve considerare la pergamena rinvenuta dalla storica e studiosa Jole Mazzoleni un primo ma importante riferimento ai due casali, allora distinti e separati, di Pignataro e Partignano. 

Inoltre, nel documento del 1126, con cui Giordano II, principe di Capua, donò al monastero di San Giovanni Battista della badessa Gemma, in Capua,  82 “ pezze” di terreni, in relazione all’appezzamento   riferibile a Pignataro, si esplicita più volte   “l’ecclesie  Sancti Georgi”, mentre per Partignano  “Sancti Viti”.

Successivamente, in una pergamena di epoca angioina del 1313 ritroviamo un ulteriore riferimento a Villa Pignatari. La pergamena è precisamente  datata  5 marzo 1313, scritta a Capua e avente quale oggetto una controversia insorta tra la Congregazione della Chiesa di S. Andrea ” de porta Flaviano” ed un certo ” Martonus de Palma, dictum Fossatu de Villa Pantuliani”. La lite riguarda il mancato pagamento del canone annuo che il predetto Martone avrebbe dovuto corrispondere, secondo i patti, alla congregazione della Chiesa di Sant’Andrea.
In tale contesto si fa riferimento al luogo d’origine di una certa ” Caterina”, il quale viene definito proprio ” de Villa Pignatari”.

Quindi, dopo la prima pergamena del 1126, che ci parla di locus Pignarii e dopo la già nota pergamena del 1268, di cui fanno menzione prima il canonico Giovanni Penna e poi Nicola Borrelli, che testimoniano la presenza di “Villa Pignatari”, constatiamo nei Registri della Cancelleria angioina il terzo riferimento al casale di Pignataro  in una  pergamena del 1313.

Bibliografia:

Jole Mazzoleni- Le pergamene di Capua: 972- 1265. Vol. 1- Arte Tipografica Napoli, 1957.

Giuseppe Carcaiso- Calvi e l’Alta Campania, 1996.