Come scrive il critico letterario Guido Davico Bonino, “ superate le consuete esercitazioni di scuola, Goffredo Mameli ancora diciottenne si profila come l’amante imberbe alle prese con i sospiri degli amori giovanili”, e la cui anima non resiste ai tormenti interiori che l’amore gli procura. Nell’Inno “ Alla poesia” sono presenti quasi tutti i travagli d’amore a cui è sottoposta la sua anima come un campo di una “ empia battaglia del dolor”. In effetti, le tre vicende amorose che Goffredo visse con intensa partecipazione affettiva costituirono per lui parimenti “incantamento” e struggimento. A tali tre donne Mameli dedica il componimento “ Un’idea”.
La prima, che l’avvinse, era la marchesina Camilla Pinelli, una ragazza bionda e formosa, a cui invierà i suoi versi fino al 1848, ossia fino alla partenza di lei con i genitori per Firenze, dove Camilla si sarebbe unita con Camillo Mazzarani Visconti:
“Una già a me mi parve/ che all’alma mia ne ritraea gran parte/ Era la notte, e in fervide carole/ S’intrecciava la danza/ […] Mi somigliava ad una trepid’ombra veramente confusa/ Io la guardava: /sola, distinta s’aggirava anch’essa/ In fra quei misti avvolgimenti quale/ Fra tempestosi nugoli una stella, / che ad or or si pare, ad or s’asconde./ […] Io più non la rividi.”
La seconda era una donna greca che “avea le chiome bionde e gli occhi/ Grandi e cilestri, e li volgea per uso, / Come chi stanco delle cose umane,/ Cerca scordarsi della terra, al cielo. / Sul suo labbro l’italica favella/ Molto dolce suonava, e abbenché lieta, / La sua parola m’invogliava al pianto./ Io la vidi una volta, e s’è svanita/ Come un pensiero.”
La terza era il vero grande amore di Goffredo, a cui dedicò l’ Epitalamio “ Ad un Angelo”, ossia Geronima Ferretti, riguardo alla quale sarebbe stato il fratello del poeta, Giovanni Battista Mameli, a fornire le informazioni sul loro rapporto di puro ed elevato amore, ma già nel componimento poetico “ Un’idea” Goffredo scrive: “ Ed una più di tutte!…/ Anzi nell’alma la sua imagin s’era/ Connaturata a quella cara Idea/ Come la fiamma colla luce. Oh, sempre, / Benché talvolta inavveduto il suo/ Pensiero soggiornò nella mia mente! “ Il rapporto d’amore tra Goffredo e Geronima fu ostacolato dalla famiglia Ferretti e sarà il ricchissimo marchese Stefano Giustiniani a prendere in moglie Geronima.
La tematica d’amore nella poetica di Goffredo Mameli non è circoscritta alle esperienze delle giovanili passioni e del grande amore. Come evidenzia Guido Davico Bonino, è, tuttavia, “d’obbligo far cenno alle occorrenze esterne che, nel vivo di un animo giovane, ne costituirono la premessa”, improntando altresì “ un marchio indelebile”.
Nell’Inno “ Alla Poesia” è presente, inoltre, l’invocazione di lenire gli “ ardori” e “ sospiri” degli amori giovanili, apportando un’agognata “ armonia”: “ Vieni, o divina, o pia, / Inebria d’armonia/ Il giovine cantor.[…] Liba talvolta il giubilo.”
Comunque, l’ambita e bramata armonia richiesta alla “ divina e pia” poesia è sovente associata a sentimenti di mestizia e disillusione, come nella Cantica “ Il Giovine Crociato” in cui è la mesta voluttà del dolore, che lo avvolge, procurandogli “ una calma stanca, indefinita”.
Ne “ Il sogno della vergine”, il poeta è avvinto dalla grazia e bellezza, dal “ candido sembiante”, ma emerge anche “ il vago aspetto/ atteggiato di grazia e di dolore”. Ne “ La vergine e l’amante”, il giovinetto di tale romanza, pur affascinato, incantato e appassionato dalla “leggiadria” e da un “ sembiante che infiora”, egli non sa offrire che il dolore dell’anima, quasi quale sacrificio da concedere in ossequio alla bellezza.
Dunque, che cosa rappresenta l’amore per il giovanissimo Goffredo? Un parziale e fugace sentimento di persuasa dolcezza e “ luce soavissima” è contenuto specificamente nella poesia “ L’ Amore”, : Cos’è l’amore? Una memoria, un’ora/ Di ciel, che l’ombre e i nugoli terreni/ Di luce soavissima ristora./ […] Dolce cosa è l’amore : per le vene/ Egli ti serpe, e di sé inebria il core.
Goffredo Mameli aveva il dono dell’ispirazione per comporre anche poesie d’amore, e scrisse tanto, ostendando il proprio denso vissuto interiore di prima gioventù. Nato a Genova il 5 settembre 1827, Goffredo Mameli non aveva ancora compiuto ventidue anni quel 6 luglio 1849, in cui sacrificò la sua vita in difesa della Repubblica romana.
Bibliografia:
-Goffredo Mameli – “Poesie d’amore e di guerra” a cura di Guido Davico Bonino- Rizzoli, 2010.
– Gabriella Airaldi- Goffredo Mameli poeta e guerriero- Salerno Editrice, 2019.