Le fasi di tecnica costruttiva del Teatro Romano di Cales

L’antica Cales sorgeva su un pianoro attraversato da importanti vie di comunicazione tra il Lazio e la Campania. Oggi si trova nella località che conserva il toponimo di Calvi Vecchia presso l’attuale comune di Calvi Risorta. Strabone la definì “città splendida” e in età preromana fu il centro più importante della popolazione degli Ausoni-Aurunci. Fu la prima colonia romana fondata in Campania, per la sua posizione strategica all’interno della regione, al confine con la fertile pianura controllata da Capua e con le vie d’accesso al Sannio e al Lazio. In età imperiale, Cales ebbe due edifici per spettacoli: il Teatro per le rappresentazioni sceniche e l’Anfiteatro per i combattimenti tra gladiatori. Consideriamo che in età imperiale la città di Cales acquistò un suo particolare prestigio, anche in relazione al fatto che alcune famiglie locali, tra cui i Vitrasii e i Vinicii rivestirono importanti incarichi pubbliche, un prestigio che a Cales si rifletteva in atti di cosiddetto evergetismo col finanziamento di importanti opere pubbliche. In particolare Marcus Vinicius fu due volte console e intimo dell’imperatore Augusto. Il teatro di Cales sorge nella zona mediana della città antica, in prossimità del limite occidentale delle mura e a poca distanza dal Foro, in località Grotte. Bisogna premettere che i primi studi che trattano del Teatro Romano sono del vescovo di Calvi Mons. Giuseppe Maria Capece Zurlo, il quale, nel primo capitolo del “Ragguaglio istorico della Città e Diocesi di Calvi” scrive: “Non molto lontano da queste terme del foro si scorgono non pochi avanzi di un maestoso edificio”. Al riguardo della funzione dell’edificio tra gli storici locali dell’ottocento vi fu una discussione fino a quando il Barone Ricca precisò con dati inconfutabili che si trattava di un Teatro, oltre al fatto che “questa fabbrica si manifesta ancora oggi visibilmente per teatro”. Il teatro di Cales ha la pianta poco più ampia di un semicerchio con l’asse mediano della cavea orientato come anfiteatro da Est ad Ovest ortogonale al cardo maximus. Gli scavi hanno portato alla quasi completa messa in luce del monumento che si dispone in uno spazio quadrangolare tra un asse viario a sud e la terrazza di un’area sacra a nord. Le coordinate geografiche del teatro di Cales sono latitudine 41° 11’ 59.91”; longitudine 14’ 7’55.48”. Inoltre la struttura del teatro si pone tra un asse viario, diramazione del cardo maximus, che prosegue a sud e a nord di un muro di contenimento in opus incertum della terrazza che ospitava sin da età arcaica la suddetta area sacra. Il primo impianto, datato alla prima metà del secondo secolo a.C. è documentato non solo dai resti murati in opus incertum, già individuati nel corridoio di accesso alla scena, ma anche dalle tracce, all’interno dell’orchestra, di una gradinata più antica, a sua volta obliterata da un bacino monumentale di età augustea. Scrive a tal riguardo Stanislao Raffaele Femiano: “L’età di questa prima fase del teatro è facilmente inquadrabile. La tecnica costruttiva si colloca nel non breve periodo di transizione dall’opus incertum, di cui il più antico esempio datato in Roma è la Porticus Aemilia del 174 a.C., tecnica il cui uso conobbe una lunga evoluzione che si svolse tra il III e gli inizi del I secolo a.C. all’opus quasi reticulatum negli ultimi lustri del II secolo a. C.” Disposto in parallelo, accostato al proscenio e occupante l’intera larghezza dell’orchestra, ossia lo spazio tra le gradinate e il palcoscenico, esso dava all’edifico l’aspetto di un ninfeo, con un prospetto ornato da semicolonne. La cavea, ossia l’insieme delle gradinate, attualmente visibile, fu costruita nel I secolo a. C. in opus quasi reticulatum, ossia con una tecnica muraria con conci di pietra o terracotta a superficie esterna, disposti in maniera da formare una rete di rombi, con nucleo interno della struttura in opera cementizia. Della cavea resta visibile un unico moenianum, delimitato da due corridoi. Il proscenio si mostra ornato di nicchie semicircolari e quadrangolari in ordine alterno con la una scena frontale, in relazione alla sua costruzione è da ritenere che una prima struttura sia stata realizzata con dimensioni modeste nel corso del I secolo d.C. Successivamente, nel corso del I secolo d.C. l’orchestra e l’edificio scenico, in particolare, subirono modifiche e rifacimenti in riferimento all’innalzamento del livello e del piano pavimentale dell’orchestra. Inoltre si realizzarono o nuovi sistemi per consentire l’accesso alla media ed alta cavea, su cui viene creato un piccolo tempio che richiama la struttura dei teatri di Sessa Aurunca e di Teano Sidicino. Tale tempio potrebbe essere dedicato al dio Apollo. L’analisi strutturale delle arcate e l’uniformità nell’uso del quasi-​reticultum mostrano che questa seconda fase del teatro di Cales fu costruita di getto. Il teatro di Cales è stato purtroppo spogliato in maniera sistematica del suo apparato decorativo che era notevole, vista la quantità di frammenti marmorei e degli elementi architettonici in marmo e tufo rinvenuti negli strati di interro. Infatti, anche se mancano i resti di apparati decorativi ed elementi architettonici, è ipotizzabile che la decorazione fosse di alto livello qualitativo tramite la visione attenta dei pochi frammenti di marmi policromi presenti, le modanature architettoniche in tufo e marmo e gli elementi scultorei lapidei. A proposito di questi ultimi, si evidenziano soggetti dionisiaci. E’ tale il frammento di rilievo con sileno flautista che, come gli altri frammenti, possono essere di datazione tra la fine del I e del II secolo d.C. Altri frammenti a tema dionisiaco e una testa marmorea di età Antonina furono rinvenuti nell’area nel 1862. Collegato al teatro da una scalinata in tufo, sulla terrazza a nord di esso e a sud del decumano massimo, vi era un santuario di cui si conservano i resti di un edificio templare (coordinate geografiche: Latitudine 41° 12’ 1.35’’ N, longitudine 14° 7’ 59.71’’ E). Tale edificio fu costruito verso la metà del I secolo d.C. su un’area sacra precedente da cui proviene un capitello arcaico in tufo di stile dorico etrusco – campano ed un’antefissa a testa femminile tra fiori di loto della fine del VI – inizi del V secolo a.C. Il teatro romano di Cales e i monumenti vicini gravitavano molto probabilmente intorno al Foro della città, considerando altresì che al margine meridionale era presente un arco monumentale, detto tradizionalmente “Arco d’Orlando”.

Bibliografia:

Stanislao Raffaele Femiano – Linee di storia, topografia ed urbanistica dell’Antica Cales – Centro Grafico Editoriale Fondazione Villaggio dei Ragazzi

Stefano De Caro – La terra nera degli antichi campani – ArteM – 2012

Concetta Bonacci – Cales – Un’area archeologica da riscoprire – Vertigo – 2013