Le lotte contadine in provincia di Caserta nei primi anni della Repubblica

Il grande movimento di lotte contadine ebbe inizio in provincia di Caserta, ex Terra di Lavoro,  alla fine della seconda guerra mondiale, precisamente nell’inverno del 1944 allorché la cooperativa La Terra di Nocelleto di Carinola, non avendo avuto risposta ad una richiesta di concessione di terre incolte, il 18 febbraio 1945 occupava 1000 moggi di terreno. La commissione di Napoli si vide costretta a concedere i primi ettari di terreno alla cooperativa e la concessione fu festeggiata dalla Federterra il primo maggio da  tutta la popolazione. Da allora i contadini rivendicarono la dignità del lavoro e un’assistenza sanitaria familiare estesa ai loro congiunti. 

Le lotte per il miglioramento delle condizioni di vita continuarono durante i primi anni della Repubblica. Dopo Nocelleto, le manifestazioni si estesero a Villa Literno, dove era attiva la cooperativa l’Agricola che si fece promotrice dell’occupazione della tenuta di Torre del Monaco e della tenuta di Gargiulo. Ciò diede coraggio alle sezioni della cooperativa Federterra, le quali, secondo un’inchiesta del 15 novembre del 1946, avevano raggiunto il numero di ben 41,  tra cui annoveriamo quella di Calvi Risorta con 86 iscritti, di Pignataro Maggiore con 121, di Nocelleto con ben 272 iscritti, di Teano con 129, di Falciano di Carinola con ben 170 iscritti, di Vitulazio con 80 iscritti, di Santa Maria C. V. con un migliaio di iscritti. Da allora le lotte si estesero, le manifestazioni divennero più imponenti e il 16 maggio 1947 si festeggiò La giornata del contadino con diecimila persone che manifestarono a Caserta e in centri minori tra cui Grazzanise, Pignataro Maggiore e Teano dove parlarono i rappresentanti Graziadei, Ferrante e Picardi.

I tempi erano maturi per la grande occupazione delle terre incolte del 22 novembre 1949, che fu preparata nei minimi dettagli con tanti attivisti che agironono in maniera sinergica. Dopo il fallimento delle trattative fra proprietari di aziende agricole e rappresentanti delle cooperative dei contadini per la concessione di terreni destinati al pascolo bufalino, iniziò in Provincia di Caserta, non più chiamata Terra di Lavoro, il grande movimento di occupazione delle terre. La prima manifestazione ebbe luogo il 22 novembre 1949 con una colonna di 2000 braccianti, guidati da Corrado Graziadei, Salvatore Pellegrino, Carlo Fruttaldo e Salvatore Cangiano, che occuparono 5 tenute in Agro di Carinola, specificamente in tenuta Fruscara e in Tenuta Marra, scacciando i guardiani ed innalzando bandiere in segno di occupazione, e decidendo di fare a turno nel numero di venti unità per proteggere le zone occupate.

I carabinieri riuscirono a sgombrare i terreni occupati, ma nel contempo si tennero frenetiche riunioni nella Camera di Lavoro di Sparanise e di Sant’Andrea del Pizzone da parte dei capi del movimento, Corrado Graziadei, Francesco Lugnano, Antonio Romeo e Nicola Zona. Non erano presenti, in quanto tratti in arresto, Libero Graziadei, Salvatore Barbieri, Ferdinando D’Amico, Carlo Fruttaldo e Carlo Fruttaldo. Il 24 e 25 novembre fu occupata la Tenuta Spinelli in Santa Maria La Fossa da parte di centinaia di braccianti, guidati da Giuseppe Capobianco, nonché la tenuta di San Vito in Sessa Aurunca. Ma furono presto dispersi dalla compagnia dei carabinieri di Capua. Il 28 novembre fu la volta di Vitulazio, l’ex Vitulaccio, dove un migliaio di braccianti capeggiati da Eugenio Tartaglione, Gaetano Ianniello e Antonio De Lucia. presero la tenuta Pontoni. Il 29 fu nuovamente occupata  la Tenuta Stabile di Santa Maria La fossa, da un migliaio di contadini capeggiati da Carlo Vassallo e Vincenzo Orabona. Ovviamente  furono tante le persone denunciate, non solo tra i capi del movimento contadino. Il 30 novembre l’occupazione si estese a Capua nella Tenuta Marra con la partecipazione di 500 contadini. La tenuta Limata di Carinola fu nuovamente occupata il 3 dicembre 1949. Giuseppe Capobianco, il capo dei rivoltosi, fu  denunciato ed arrestato con verbale del 3/12/1949. Il giorno 6 dicembre 1949 fu la volta di Marra e Ferrata, il 17 dicembre di Baia e Latina.

In relazione a tutte queste occupazioni dell’1949 furono istituiti 12 procedimenti giudiziari e tratti in giudizio 77 imputati con in prima linea i capi, Corrado Graziadei e suo figlio Libero, Mario Pignataro, dirigente della Camera di Lavoro di Caserta, Gaetano Volpe, segretario del CdL di Capua, Antonio Romeo, Nicola Zona, Francesco Lugnano, Carlo Vassallo, Giuseppe Capobianco, ma anche  tanti contadini che non avevano alcun incarico. La posizione di Corrado Graziadei, Francesco Lugnano, Antonio Romeo fu aggravata dai discorsi  tenuti nelle Camere del Lavoro di Sparanise e Sant’Andrea Del Pizzone. Ciononostante le lotte contadine non si arrestarono e ogni giorno si formarono colonne di lavoratori che si mossero guidati da uomini credibili.

Grazie a queste lotte nel 1950 i contadini riuscirono ad ottenere un importante stralcio di legge che conteneva norme per l’espropriazione, la bonifica, la trasformazione ed assegnazione di alcuni terreni ai lavoratori. La legge prevedeva l’esproprio di una quota di possesso superiore ai 750 ettari, a beneficio dei contadini di condizione economica più disagiata, di cui allora beneficiarono soprattutto i contadini dei  comuni di Cancello e Arnone, Capua, Castel Volturno, Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Villa Literno, Vitulazio, Carinola, Francolise , Mondragone e Sessa Aurunca.

L’altra grande stagione del movimento di lotta contadina fu quella dell’ anno 1954, che ottenne il primo contatto provinciale che garantì i salari minimi a 800 lire giornaliere. Inoltre il ’54 fu l’anno degli scioperi per il sussidio di disoccupazione, di cui resta memorabile la giornata del 12 giugno con la Camera del Lavoro che decise di organizzare due grandi manifestazioni a Trentola e a Casal di Principe. Alle 6 del mattino, i dirigenti della Camera del Lavoro di Caserta, insieme ai braccianti, si diressero sul posto, ma vi trovarono anche i Carabinieri che trassero in arresto sia i funzionari che gli stessi braccianti per blocco stradale. Tra di essi ricordiamo Pietro Bove, segretario della Camera del Lavoro casertana, Vincenzo Raucci della Federazione Comunista, l’avvocato Generoso Iodice, consigliere Provinciale del Partito Socialista, Francesco Cirillo, Arturo Serao, Costantino Natale, Pasquale Monaco, Antonio Diana, Roberto Venosa e Antonio Caterino. Bove, Vegliante e Raucci furono condannati a tre anni di carcere.  poi ridotti ad uno in appello. Tutti gli altri a pene minori.

Fu grazie a quelle lotte che nell’inverno del 1954 i contadini conquistarono, oltre a salari più dignitosi,  il sussidio di disoccupazione, l’assegno familiare per il figlio e per il genitore, nonché l’assistenza sanitaria. Il 22 novembre 1954 il Parlamento approvò la legge n° 1136 Bonomi con alcune aggiunte della proposta Longhi- Pertini che previde l’assistenza sanitaria completa ed il contributo statale di 1500 lire per assistito. Da quel momento due milioni di contadini usufruirono per loro stessi e per i familiari dell’assistenza medica di cui in seguito beneficiarono ben cinque milioni di persone.

Abstract AA.VV., Diritti e lotte sociali nel XX secolo. Storie e protagonisti di Terra di Lavoro, a cura di Pasquale Iorio, Guida Editori, 2020.