Le prime notizie storiche sulla chiesa parrocchiale di San Giorgio a Pignataro

Le più antiche notizie sulla chiesa parrocchiale di San Giorgio a Pignataro Maggiore risalgono agli inizi del Trecento e le ritroviamo nelle “ Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV”- Campania, il cui capitolo VIII, dalla pagine 111 alla pagina 118 è dedicato alle chiese della Diocesi di Calvi. La chiesa di San Giorgio è citata due volte: al n° 1415 si riporta che “Rector ecclesiae S. Georgii que valet tar. X solvit tar. I°”, ossia che il Rettore della chiesa di San Giorgio, con rendita di 10 tari, ha versato la decima parte, un tari, mentre al n° 1449, dove, accanto ad “ Ecclesia S. Georgii è riportato anche il toponimo Pignataro, si rivela che la rendita è di 20 tari e pertanto si è versato regolarmente due tari. Dopo tale anno 1327, in cui sono comunicate le decime versate, vi è un vuoto di quasi tre secoli; infatti, per avere ulteriori prime notizie della parrocchia di San Giorgio, bisogna giungere al 1583, l’anno della prima grande Visita del vescovo Mons. Fabio Maranta, giunto in Diocesi l’anno precedente e desideroso di conoscere lo stato delle parrocchie.

Il verbale di tale Santa Visita reca il titolo di “ De Visitazione Casalis Pignatari et propre ecclesiae S.ti Giorgi”. Il primo foglio ( 83 recto e verso) fu riassunto in tal modo da Don Pietro Palumbo: “ La parrocchia aveva sede nella chiesa di San Giorgio, adagiata ai piedi del monte chiamato appunto di San Giorgio, ed aveva il titolo di Arcipretura[…] Le famiglie erano 146, i fedeli 632, la rendita di ducati 70 annui. Un grave abuso era invalso in precedenza: l’Arciprete era in possesso del beneficio, ma la cura delle anime era esercitata da un cappellano. Infatti in precedenza ne era stato Arciprete D. Carlo Coraldo, un chierico di Capua, ed in seguito D. Giovanni Girolamo Galluccio, un nobile napoletano. Il Vescovo Ascanio Marchesino, in esecuzione dei decreti del Sinodo provinciale celebrato a Capua dal Card. Simonetta, persuase il chierico D. Giovanni Girolamo Galluccio a dimettersi. Furono così unite arcipretura e cappellania nella persona di D. Tommaso Barricelli che, già cappellano, potette prendere possesso anche della arcipretura ( 2 agosto 1577)”. La Santa Visita prosegue con la descrizione delle cappelle, o   altari laterali,  della Chiesa; entrando dall’ingresso principale,  si evidenziava la dedica di tali cappelle e le rispettive  famiglie del Casale proprietarie, con due  altari laterali    collocati a destra e due a sinistra. Infatti, le cappelle  di destra erano  dedicate, a partite dall’ingresso principale, a Sant’Antonio Abate ( proprietà della famiglia di Marco e Antonio Borrelli), a San Giacomo Apostolo ( appartenente agli eredi di Federico Monaco), a San Francesco d’Assisi ( proprietà di Cesare Ioffreda) e all’Assunzione ( proprietà di Casa Barricelli). Degli altari laterali collocati a sinistra, il primo era  senza dedica e apparteneva a Pietro e Cesare Margiocca e il secondo a Santa Maria della Pietà, di proprietà di Giovanni Iorio. Si notava, altresì, che i Santi titolari delle varie cappelle erano tutti dipinti su muro, e che solo di San Francesco era presente una statua in legno, mentre per la prima cappella a sinistra, essendo senza intitolazione, non vi era conseguentemente né dipinto né statua.

Bibliografia:

Don Pietro Palumbo- Mons. Fabio Maranta- Santa Visita-1583-Edizioni D’Amico Teano, 1970

Pignataro e il suo Patrono San Giorgio- Pignataro Maggiore, 2005

Antonio Martone- Storia di Pignataro in Età Moderna- Il Cinquecento- Edizioni Santabarbara, 2009