Quando Pignataro diventò casale di Capua

 Pignataro fu costituito in comune autonomo solo nel 1818. Fino al 1460   fu  ” Casale di Calvi”  e successivamente Casale di Capua fino al 1818. ” Niun dubbio che, nei primi tempi, così come i vari altri piccoli centri di origine longobarda, che costituiscono i Comuni del Mandamento, Pignataro, per la sua trascurabile entità fosse non più di una borgata di Capua.” rimarca Nicola Borrelli. Quindi, Pignataro fu casale di Calvi fino al 1460 e successivamente Casale di Capua con conseguente mancanza di autonomia amministrativa e giudiziaria. Riguardo alla questione del passaggio di Pignataro da Casale di Calvi a Casale di Capua, ciò è da collegare alla decisione di Ferrante d’Aragona, figlio di Alfonso, di punire Calvi ed assegnarla in “perpetuum” a Capua dal 1460, mentre ancora infuriava il terribile conflitto tra Ferrante e i suoi baroni ribelli, iniziato l’anno precedente, una guerra intestina sanguinosa che terminò con la sconfitta e la punizione dei baroni ribelli. Conseguentemente anche  Pignataro divenne casale di Capua. Anche Nel “Ragguaglio istorico della città di Calvi e della sua Diocesi” di Mons. Capece Zurlo vi è testimonianza  della decisione del re Ferrante d’Aragona di annettere il casale di Calvi a Capua.

 Il decreto di assegnazione di Calvi a Capua reca la data del 4 agosto 1460, mentre il furioso conflitto era ancora in corso. Come è noto, Capua era stata sempre fedele fin dall’inizio al re, mentre Calvi si era mostrata più oscillante ed inaffidabile. Infatti la sua resa ai baroni ribelli era stata senza opporre resistenza, quasi incoraggiata e il re Ferrante d’Aragona non dimenticò, come non poteva non ricordare che il suo capitano prediletto “per il suo valore e il suo cuore”, Camillo Caracciolo, era stato ucciso proprio sotto le mura di Calvi. Il rancore verso Calvi spinse il re alla decisione del 4 agosto 1460, con la quale decretava: […] et nos[…] ispam civitatem Calvi et eius districtum et pertinentias[…] congregamus, unimus atque incorporamus ipsi civitati Capuae in perpetuum descernimus et esse volumus cum omnibus suis ivillis, oppidis et casalibus et habitantibus in esi…nec non cum terris cultis et incultis, pratis, pascuisque vineis, olivetis, trapetis, montanis, iardenis, silvis, molendinis, momoribus, aquis, aquarumque decursibus[…] et integro statu ipsius civitatis Calvi e de demanio ipsius intus et extram ipsam civitatem et eius territorio, petinentis et districtu comprehenduntur et includuntur ad utilitatem et comodum[…] universitatis corporis dicte civitatis Capuae.

Quindi dalla traduzione del contenuto della pergamena del 4 agosto 1460, si evidenzia la determinazione di re Ferrante d’Aragona nel punire la città di Calvi con la decisione di “riunire, congiungere, incorporare Calvi e il suo territorio, inclusi fattorie, borghi e casali, come le terre coltivate ed incolte, prati e vigne, uliveti, giardini, boschi e frantoi, mulini e corsi d’acqua” alla citta di Capua, sua fedele alleata nella lotta contro la sanguinosa rivolta dei baroni. In merito, invece, all’amministrazione di Pignataro fino al 1460,  Antonio Martone, storico locale, ipotizza che fino al 1460, essendo Pignataro un oscuro casale di Calvi, lo stesso governatore di Calvi si “avvalesse di incaricati, fiduciari che amministravano i Casali”. Successivamente, invece, è da ipotizzare che i cittadini di Pignataro “eleggevano liberamente i propri Sindaci alla presenza di un rappresentante del Governatore di Capua che garantiva la regolarità delle votazioni.” Quindi gli Eletti potevano amministrare il Comune con una certa autonomia, ma non riguardo ai donativi e al fisco per cui “i Pignataresi non potevano sottrarsi agli ordini che venivano da Capua; da questa poi dipendevano tutti i Casali dal punto di vista giudiziario, tranne i preti che avevano il loro tribunale presso la Curia Vescovile”. Mentre Calvi rimase incorporata  a Capua fino al 1714, solo nel 1818 Pignataro avrebbe riacquistato l’autonomia.


Bibliografia:
Nicola Borrelli – Memorie storiche di Pignataro Maggiore – 1940
Iole Mazzoleni – Le pergamene di Capua – i1959- 1960
Antonio Martone – Storia di Pignataro in età moderna – Il seicento – Prima metà – 2013