Reperti del paleolitico in provincia di Caserta

Nel territorio casertano vi sono tracce della presenza dell’uomo paleolitico in diverse località. In primis non si possono non citare le impronte su fanghi vulcanici in via di essiccazione, emessi dal vulcano di Roccamonfina, impresse da tre individui di Homo heidelbergensis, ossia di una tipologia di Homo Sapiens arcaico, progenitore dell’Uomo di Neanderthal, in località “Foresta” del Comune di Tora e Piccilli. Trattasi delle cosiddette “ Ciampate del Diavolo” che ci consentono di rilevare un primo insediamento umano nel corso del Paleolitico nell’Alta Campania. In relazione ad una diffusione più ampia dell’insediamento dell’uomo preistorico nel Paleolitico Medio, rileviamo il rinvenimento di materiali musteriani in località Pantani Fragneto del territorio di Prata Sannita, mentre a Pratella, in località Selvone, e a San Tammaro di Pontelatone sono stati ritrovati materiali di tipo levalloisiano, ossia lavorati con una tecnica preistorica di utilizzo della pietra nel corso del Paleolitico Inferiore. Nel corso del Paleolitico Superiore risalta il sito della grotta di località Incaldana- Roccia San Sebastiano del comune di Mondragone nella quale sono stati rinvenuti manufatti in pietra di tipo gavettiano e resti faunistici che ci indicano la presenza di un piccolo gruppo di cacciatori, dediti anche alla caccia di cavalli selvatici.
In relazione all’Eneolitico diversi sono i siti che in Campania Settentrionale ci attestano primi veri e propri insediamenti umani. Oltre a quelli di San Castrese di Sessa Aurunca, di Mondragone, di Sparanise, si annovera l’abitato in sito aperto sulle pendici del Monte La Costa in Calvi Risorta e quello di località San Simeone di Alife.
Materiali sporadici, comprendenti vasi, pugnali in selce e punte di frecce dell’era eneolitica, sono stati rinvenuti a Capriati al Volturno, Ailano, Valle Agricola, Alife, Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Alvignano, Dragoni, Liberi, Treglia e Monte Maggiore.

Durante il Neolitico, nel territorio casertano si annovera il rinvenimento di piccole asce di giadeite e lame in Alife, Sant’Angelo d’Alife, Caiazzo, Telese, Faicchio, mentre nei comuni di Gricignano, in località Fusarello, ed Orta di Atella, in località Ponterotto,  sono venuti alla luce alcuni villaggi e pozzi agricoli del Neolitico in seguito agli scavi recenti per la Tav e per il nuovo insediamento civile dell’U.S. Navy.

Bibliografia
Stefano De Caro- La terra nera degli antichi campani- Napoli, 2012