La Chiesa di San Giorgio del casale di Pignataro

Le più antiche notizie sulla Chiesa di San Giorgio del casale di Pignataro risalgono agli inizi del Trecento e le ritroviamo nelle “ Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV”- Campania, il cui capitolo VIII, dalla pagine 111 alla pagina 118 è dedicato alle chiese della Diocesi di Calvi. La chiesa di San Giorgio è citata due volte: al n° 1415 si riporta che “Rector ecclesiae S. Georgii que valet tar. X solvit tar. I°”, ossia che il Rettore della chiesa di San Giorgio, con rendita di 10 tari, ha versato la decima parte, un tari, mentre al n° 1449, dove, accanto ad “ Ecclesia S. Georgii è riportato anche il toponimo Pignataro, si rivela che la rendita è di 20 tari e pertanto si è versato regolarmente due tari.

Secondo le ricerche dell’archeologo Stanislao Femiano, il territorio dell’attuale Pignataro Maggiore, è noto per l’interesse che riveste per la suddivisione delle terre, operate dagli antichi Romani negli anni successivi l’occupazione di Cales del 335 a.C, allorché i terreni furono assegnati ai soldati veterani romani, e in tale contesto storico, “ove oggi sorge la chiesa di San Giorgio si ergeva in epoca romana, stando all’osservazione dei pochi ruderi visibili, la casa- villa di un buon romano, che si scelse un luogo tanto ameno per la propria abitazione”. I piani di posa di tali ruderi presenti nelle immediate vicinanze della chiesa sono rinvenibili ad un livello superiore rispetto a quello del sagrato.  Ciò significa- ne deduce l’archeologo Femiano- che quando si costruì la chiesa “ si provvide ad eliminare completamente una parte degli antichi ruderi[…] Data l’osservazione del materiale di seppellimento dei ruderi superstiti, dato l’andamento dei rilievi in quest’area, si ricava che quando si costruì la chiesa di San Giorgio, i ruderi che non furono eliminati dovettero essere nascosti con terreni di riporto”.  Anche Giuseppe Marchione scrive che  l’edificio  è sorto  nei pressi di una villa romana, le cui strutture affioranti coprono un arco cronologico che va dal II al I secolo d.C. Le fondamenti poggiano sulle strutture della villa, di cui furono utilizzati parte dei materiali. 

Dopo l’ anno 1327, in cui sono comunicate le decime versate, vi è un vuoto di quasi tre secoli; infatti, per avere ulteriori prime notizie della parrocchia di San Giorgio, bisogna giungere al 1583, l’anno della prima grande Visita del vescovo Mons. Fabio Maranta, giunto in Diocesi l’anno precedente e desideroso di conoscere lo stato delle parrocchie. Bisogna anche evidenziare che, dopo il Concilio di Trento che contrassegnò la controffensiva della Chiesa cattolica alla riforma protestante in Europa, i vescovi erano obbligati a visitare ogni anno le parrocchie della diocesi. Il verbale di tale Santa Visita di Mons. Maranta reca il titolo di “ De Visitazione Casalis Pignatari et propre ecclesiae S.ti Giorgi”. Il primo foglio ( 83 recto e verso) fu riassunto in tal modo da Don Pietro Palumbo: “ La parrocchia aveva sede nella chiesa di San Giorgio, adagiata ai piedi del monte chiamato appunto di San Giorgio, ed aveva il titolo di Arcipretura[…] Le famiglie erano 146, i fedeli 632, la rendita di ducati 70 annui. Un grave abuso era invalso in precedenza: l’Arciprete era in possesso del beneficio, ma la cura delle anime era esercitata da un cappellano. Infatti in precedenza ne era stato Arciprete D. Carlo Coraldo, un chierico di Capua, ed in seguito D. Giovanni Girolamo Galluccio, un nobile napoletano. Il Vescovo Ascanio Marchesino, in esecuzione dei decreti del Sinodo provinciale celebrato a Capua dal Card. Simonetta, persuase il chierico D. Giovanni Girolamo Galluccio a dimettersi. Furono così unite arcipretura e cappellania nella persona di D. Tommaso Barricelli che, già cappellano, potette prendere possesso anche della arcipretura ( 2 agosto 1577)”. La Santa Visita prosegue con la descrizione delle cappelle, o  altari laterali,  della Chiesa; entrando dall’ingresso principale, si evidenziava la dedica di tali cappelle e le rispettive  famiglie del Casale proprietarie, con due  altari laterali  collocati a destra e due a sinistra. Infatti, le cappelle  di destra erano  dedicate, a partite dall’ingresso principale, a Sant’Antonio Abate ( proprietà della famiglia di Marco e Antonio Borrelli), a San Giacomo Apostolo ( appartenente agli eredi di Federico Monaco), a San Francesco d’Assisi ( proprietà di Cesare Ioffreda) e all’Assunzione ( proprietà di Casa Barricelli). Degli altari laterali collocati a sinistra, il primo era  senza dedica e apparteneva a Pietro e Cesare Margiocca e il secondo a Santa Maria della Pietà, di proprietà di Giovanni Iorio. Si notava, altresì, che i Santi titolari delle varie cappelle erano tutti dipinti su muro, e che solo di San Francesco era presente una statua in legno, mentre per la prima cappella a sinistra, essendo senza intitolazione, non vi era conseguentemente né dipinto né statua. Dalla visita di Mons. Fabio Maranta si apprende che nel 1583 i “ fuochi”, ossia nuclei familiari, della Parrocchia erano 146 per un totale di 632 fedeli.

Dalla Visita di Mons. Vincenzo Maria De Sylva, vescovo di Calvi dall’aprile 1679 al luglio 1702, si apprendono altre notizie sulla situazione dell’edificio, che era circondato da un muretto il quale circoscriveva un cortile, Erano presenti due ingressi, quello principale rivolto ad oriente e il minore a meridione. La successiva Visita di Mons. Filippo Positano dell’anno 1722 ci descrive una situazione più sconfortante delle condizioni della chiesa. In particolare, si rimarca che il tetto non si trova in buono stato, al punto che vi piove all’interno, i muri presentano umidità evidente, le vetrate rotte e si deplora il fatto che “ in una sepoltura si seppelliscono uomini e donne”. Come rileva lo storico  Nicola Borrelli, dopo il trasferimento dei Sacramenti nella Cappella della Misericordia, nel giugno del 1769, la chiesuola restò quasi abbandonata, e solo vi si riuniva, una volta al mese, la Confraternita di San Giorgio”.

Bibliografia:

Giovanni Penna- Stato antico e moderno del circondario di Pignataro e suo miglioramento- Caserta, 1833

Nicola Borrelli- Memorie storiche di Pignataro Maggiore- 1940

Don Pietro Palumbo- Mons. Fabio Maranta- Santa Visita-1583-Edizioni D’Amico Teano, 1970

Stanislao Femiano- Resti di villa di epoca romana presso San Giorgio- in “ Il Pino”- gennaio- febbraio 1984

Pignataro e il suo Patrono San Giorgio- Pignataro Maggiore, 2005

Giuseppe Marchione- “Architettura sacra a Pignataro Maggiore” in “ Le Muse, maggio-dicembre 2006

Antonio Martone- Storia di Pignataro in Età Moderna- Il Cinquecento- Edizioni Santabarbara, 2009

Antonio Martone- Storia di Pignataro in Età Moderna- Il Seicento ( prima metà), 2013

Antonio Martone- Storia di Pignataro in Età Moderna- Il Seicento ( seconda metà), 2017