Goffredo Mameli direttore de ” Il Diario del Popolo”

Goffredo Mameli a soli 21 anni ebbe l’incarico di dirigere ” Il Diario del Popolo”, nel cui primo numero da direttore, che recava la data del 16 ottobre 1848,   esponeva il nuovo programma del “suo” giornale, esprimendo l’intento di ” porgervi mano” con la fiducia di proporre idee che in futuro avrebbero avuto il loro compimento.

Nel prendere in esame solo gli articoli del mese di ottobre 1848, Mameli comunica, nel  primo numero da direttore,  la bontà dell’ Unità nazionale in termini politici, scrivendo che “ venendo all’applicazione politica noi siamo Unitari, perché le unità nazionali ci sembrano la méta verso cui Dio agita la presente Europa. Questa tendenza si rivela  troppo potentemente nei movimenti dell’Ungheria, della Polonia, dell’Italia. E dicendo unità noi intendiamo dire anche indipendenza, giacché senza di questa non può esistere unità nazionale”.

Nel seguito dello scritto  Mameli si mostrava consapevole della   dirompenza di alcune linee programmatiche del giornale, date le  diverse e opposte posizioni presenti nel variegato movimento liberal- democratico unitario, ma da giovane convinto della bontà dei propri ideali non esita a scrivere che “ noi siamo democratici, perché esaminiamo una ad una le monarchie e già da lungo la loro missione è compita”.

Quindi è la Repubblica che, pur in tempi forse prematuri,  Mameli proponeva, in sinergia con il programma mazziniano. Inoltre, rivolegeva l’invito rivolto al movimento liberal-democratico italiano di “ convenire all’Assemblea Costituente Nazionale”, pur conscio che ciò avrebbe  provocato diffidenze, ritrosie e avversioni, ma convintamente scrisse “ Assemblea Costituente Nazionale. Ecco il nostro programma quanto alla costituzione Nazionale”.

 A tal riguardo, si mostra necessario evidenziare che l’entusiasmo di Goffredo Mameli sulla proposta dell’Assemblea Costituente fosse dovuto anche al “Governo con il programma della Costituente Italiana”, instaurato in Toscana su iniziativa di Giuseppe Montanelli e Domenico Guerrazzi il precedente 13 ottobre 1848. Pertanto, come evidenzia Gabriella Airaldi, quando dopo tre giorni, Mameli assunse la direzione de “ Il Diario del Popolo” scrisse “ un forte articolo in cui invitava a superare dubbi e dissidi interni”. Inoltre erano gli entusiasti mesi  della “ Primavera dei Popoli”, e pertanto sia negli articoli del 17 e 18 ottobre Mameli rilevava il fallimento della “  guerra regia”, invitando alla “ guerra di popolo”, contando sulla “presenza decisiva di Garibaldi e sul suo Corpo di volontari.”

Il 21 fu un giorno difficile in quanto il “Circolo italiano” venne aggredito dai monarchici al grido di ” Viva Carlo Alberto”. Nell’articolo che Mameli scrisse lo stesso giorno, si esprimeva che ” il contegno dei soci fu dignitoso quant’altro mai”, respingendo con decoro la ” provocazione” . Invitava nel prosieguo i soci del ” Circolo” a ” tener lontano ogni pensiero di reazione”, ma nel contempo a difendere il ” diritto di associazione”.

Il 27 ottobre, nell’articolo “ Insurrezione e Costituente” i toni di Mameli si mostrano sempre pacati, dato che, nel  chiedersi  se l’insurrezione sarà al grido di “ viva la Monarchia”, o “ viva la Repubblica”, già nella parte iniziale rimarcava che bisogna “ trovar modo di compiere la rivoluzione interna evitando la guerra civile”, aggiungendo nel prosieguo che ciò “ peserebbe lungamente sulla coscienza dell’uomo o del partito che l’avesse provocata”.

Il 28 ottobre il titolo dell’articolo è ancora “ Viva la Costituente italiana!” Mameli scriveva che “ se talvolta riconosciamo necessarie, inevitabili le rivoluzioni, crediamo che sia debito d’ognuno l’evitarle sempre che sia possibile senza inceppare il progresso nazionale”.

Bibliografia:

– Goffredo Mameli- “Fratelli d’Italia”- Pagine politiche a cura di David Bidussa- Universale Economica Feltrinelli, gennaio 2010

– Gabriella Airaldi- “L’ Italia chiamò”. Goffredo Mameli, poeta e guerriero- Salerno Editrice, 2019