PIGNATARO: dalla vecchia alla nuova chiesa di Santa Maria della Misericordia

Dato che la chiesa parrocchiale di San Giorgio era ubicata lontana dall’abitato, si rese necessario la costruzione di una chiesa che venisse incontro alle esigenze degli abitanti del casale di Pignataro. Infatti, la chiesa parrocchiale intitolata a San Giorgio Martire era ubicata ai piedi di un colle che prendeva il nome dal santo protettore e si trovava fuori dell’abitato secondo la mentalità medievale di costruire lontano dal centro abitato la chiesa che aveva anche funzione di cimitero. Quindi, con il trascorrere dei secoli, essendo cresciuta anche la popolazione del casale di Pignataro, che, con i suoi 600 abitanti, nel 1549 era tra quelli più popolati, la proposta di una nuova chiesa fu di una donna molto religiosa, Catarina Petterone, la quale donò un quarto di moggio al capitolo di San Giovanni in Laterano con la supplica di poter fondare una chiesa. Il Capitolo Lateranense concesse il privilegio, che fu spedito nell’anno 1549. A distanza di dieci anni, nel 1559, ebbe termine la costruzione della cosiddetta“ chiesa vecchia” di S. Maria della Misericordia di Pignataro Maggiore, adesso trasformata in sala parrocchiale.
Nei primi anni del Seicento Pignataro era diventata sede vescovile. Pertanto il vescovo dell’epoca si ritirò a Pignataro, centro più popoloso della Diocesi, e iniziò la costruzione di un Palazzo vescovile accanto alla vecchia Chiesa di S. Maria della Misericordia.
Fu nel 1742 che la parrocchia fu trasferita definitivamente da San Giorgio nella “vecchia” Chiesa di S. Maria della Misericordia, ma con il passare del tempo anche tale Chiesa si rivelò inadeguata alle esigenze dei fedeli e al decoro e alla dignità dei vescovi. Pertanto fu per iniziativa del vescovo Giuseppe Maria Capece Zurlo, vescovo di Calvi dal 1756 al 1782, e in seguito Arcivescovo di Napoli, che ci si dedicò alla costruzione della nuova Chiesa di S. Maria della Misericordia o Chiesa Madre di Pignataro.
Nella relazione “ ad limina “ che inviò a Roma nel 1759, Zurlo lamentò che la vecchia Chiesa era troppo angusta e priva di suppellettili, misera e indecorosa per la dignità della Città e del suo Vescovo e dunque aveva ritenuto di iniziare l’opera di costruzione della nuova Chiesa.
Dalla relazione “ ad limina” dell’11 gennaio 1772 dello stesso Zurlo apprendiamo anche che la nuova chiesa era già abbastanza elegante ed ampia, “ che si trovava presso l’Episcopio, eretta dalle fondamenta, di aver provveduto a dedicarla pochi mesi primi, e benedetta nell’allora anno 1772″.
La Chiesa Santa Maria della Misericordia, benedetta, quindi nell’anno 1772 da Giuseppe Maria Capece Zurlo, è costituita da una sola navata e presenta quattro cappelle a sinistra e cinque a destra, considerando la visione dell’ingresso dalla porta principale. All’ingresso della Chiesa, sopra l’atrio, ritroviamo un organo a canne. La volta, invece, è composta da cinque sezioni con un affresco raffigurante angioletti che giocano, mentre sulla parte frontale si evidenzia l’iscrizione: ET MISERICORDIA EIUS A PROGENIE IN PROGIENES TIMENTIBUS EUM”.
Il finestrone dell’abside è costituito da una vetrata colorata con l’immagine della Madonna di Lourdes, mentre la volta dello stesso abside è divisa in tre spicchi geometrici le cui parti laterali sono costituite da affreschi di angeli, mentre la parte centrale contiene la raffigurazione del santo Patrono S. Giorgio Martire.
L’altare maggiore mostra una icona con il dipinto di S. Rocco nell’atto di adorare La Madonna e il Bambino, mentre il ciborio presenta una mezza cupola alla cui base ritroviamo la scritta : Hic Deum Adora .Tale mezza cupola risulta formata da tre spicchi geometrici di marmi. In bronzo dorato è la portoncina del ciborio che evidenzia quattro angeli nell’atto di adorare il Santissimo. Sopra il ciborio risalta un Crocifisso in legno, Originali i capi altare che non presentano angeli , bensì due state che raffigurano due donne di cui quella a destra si mostra velata con un panneggio, raffigurante la Fede, mentre quella situata a sinistra , pur evidenziando un panneggio ampio come quella di destra, si mostra a volto scoperto e raffigura la Speranza.
Tra la quinta e la quarta cappella di destra, con visione dall’ingresso principale, si erge il pulpito, decorato da intarsi di marmo e sorretto da due colonne in marmo di color rosso.
In relazione alle cappelle , la prima , terza e quinta cappella del lato destro e la seconda e quarta del lato sinistro presentano teste di angioletti in stucco bianco sulla sommità dell’arco. Al di sopra di ciascuna cappella si apre un finestrone in stile rococò sulla quale è raffigurato un apostolo.
A destra ritroviamo in successione Simone, Filippo, Giacomo, Giovanni , Pietro, mentre a sinistra, in corrispondenza dell’apostolo Simone, vi sono raffigurati in successione Matteo, Bartolomeo, Tommaso, Andrea e Paolo. Nel 2002 per mero caso nella vecchia e attigua chiesetta sono affiorati degli affreschi cinquecenteschi (alle spalle di quella che era la posizione presumibile del vecchio altare). Gli affreschi, tra altri motivi, rappresentano la Madonna in trono con ai lati S. Pietro e S. Giovanni. Questi sono stati portati alla luce grazie all’intervento del restauratore locale Antony Palumbo

Bibliografia: Mattia Zona- Il santuario caleno- 1862
Relationes ad limina del 1759 e del 1772 del vescovo Giuseppe Maria Capece Zurlo
Antonio Martone- Storia di Pignataro in età moderna- Il Cinquecento – 2009